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«Bevitori», «vagabondi» e «dissolute» in istituto per una «rieducazione». L'internamento amministrativo in Ticino (1900-1981)

16. April - 22. April 2019
 
Il padiglione in Piazza del Sole a Bellinzona
Visita guidata
Presentazione e discussione

Oltre a due visite guidate riservate alle scolaresche, una visita guidata meridiana aperta al pubblico ha attirato nel padiglione numerosi visitatori. In occasione della conferenza del 17 aprile sull’internamento amministrativo in Ticino, anche la sala del Consiglio comunale era gremita.

 

L’internamento amministrativo in Ticino

Dopo le parole di benvenuto e d’introduzione pronunciate da Loretta Seglias della CPI e dal Direttore dell’Archivio di Stato del Cantone Ticino, Viviana Gnesa dell’Archivio di Stato ha fornito una panoramica dei vari fondi archivistici che permettono di conoscere e comprendere le misure coercitive a scopo assistenziale. Fonti storiche provenienti dall’amministrazione cantonale e da istituti privati finivano nell’Archivio di Stato, dove vengono trattate e sono a disposizione per ulteriori ricerche.

Vanessa Bignasca, collaboratrice scientifica della CPI, ha illustrato le basi legali ticinesi e i luoghi sinonimo d’internamento amministrativo nel nostro Cantone. Le strutture principali erano la casa per intemperanti La Valletta a Mendrisio, riservata agli uomini, e l’ospedale neuropsichiatrico cantonale, sempre a Mendrisio, che accoglieva sia uomini che donne. Il Ticino faceva internare i suoi cittadini anche in strutture extracantonali, soprattutto negli istituti di Bellechasse nel Canton Friburgo (entrambi i sessi) e nell’istituto del Buon Pastore di Altstätten nel Canton San Gallo (donne e ragazze). L’intervento di Vanessa Bignasca era incentrato sulla casa per intemperanti La Valletta, che si prefiggeva di educare gli uomini facendoli lavorare.

 

«Io non ero malata, non ero pazza. Ero un po’ una ribelle. Ma le ribelli non devi metterle giù là.»

Marco Nardone, un altro collaboratore scientifico della CPI, ha quindi esposto diversi percorsi di vita e biografie individuali, presentando l’esempio di Daniella Schmidt, che aveva intervistato e la cui storia è pubblicata nel primo volume CPI «Volti dell’internamento amministrativo». Nata fuori dal matrimonio, Daniella Schmidt era stata collocata in vari istituti e famiglie, finendo poi, nel 1960, all’ospedale neuropsichiatrico cantonale di Mendrisio: «Quando ho visto la gente, ora della fine mi sono detta ma dov’è che mi hanno mandata sti disgraziati?»

Sebbene Daniella Schmidt non sia stata in grado di presenziare alla conferenza – soffre tuttora di attacchi d’ansia e deve evitare le folle –, la sua storia, emblematica di molti percorsi di vita, ha ricevuto in questa occasione l’attenzione che merita.

 
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09. April - 14. April 2019
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