Nel 1954 Albert Krummenacher, deputato liberale al Gran Consiglio del Cantone di Lucerna, depositò una mozione in cui criticava la legge del 1885 sulla creazione di un istituto per lavori forzati, la cosiddetta Sedelgesetz (legge Sedel, dal nome dell’istituto lucernese per lavori forzati), chiedendone la revisione. Lo turbava in particolare l’impossibilità di tutelare la libertà personale.

La mozione rappresentò un momento cruciale nella storia della legislazione sull’internamento nel Cantone di Lucerna. Segnalò l’inizio di un lungo processo di revisione che portò al rinnovamento dell’allora quasi settantenaria legge sull’internamento. Il grande favore con cui la mozione fu accolta dal Parlamento cantonale spinse il Gran Consiglio a incaricare il Consiglio di Stato di elaborare una nuova legge.

 

Domande di ricerca

La CPI analizza gli argomenti che hanno portato all’emanazione o alla revisione delle leggi sugli internamenti amministrativi, portando così alla luce i modelli che le hanno legittimate. In questa sede l’oggetto dell’analisi è la motivazione dell’autore della mozione e il conseguente dibattito nel Parlamento cantonale. La mozione fu accolta o respinta? Chi era Krummenacher? Quale era il suo schieramento politico e il suo contesto professionale? Chi erano i suoi fautori? Chi i suoi detrattori? Quante più informazioni sono a disposizione sugli attori e il loro contesto politico, tanto più facile è capire gli argomenti addotti. Come era stata giustificata l’esistenza, l’applicazione e la necessità di una simile legge?

Per rispondere a tutte queste domande ci si basa su varie fonti. Dai progetti di legge e dalle discussioni sulla revisione della stessa emerge un pensiero di stampo contemporaneo che chiedeva la revisione della legge sugli internamenti amministrativi. Visto che a Lucerna non venivano stesi verbali delle sessioni del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato, l’analisi si limita alle informazioni pubblicate dalla stampa e deve pertanto tenere conto dell’orientamento politico dei media. Le pubblicazioni di gruppi di esperti, quali medici e operatori assistenziali, costituiscono ulteriori importanti fonti per ricostruire i modi di ragionare e i tipi di condotta del tempo.

 

Accesso alla fonte

La revisione avviata con il deposito di questa mozione è durata fino al 1966 ed è sfociata nell’emanazione della legge sull’assistenza e l’internamento di adulti vulnerabili (Gesetz über die Betreuung und Versorgung gefährdeter Erwachsener). Nel corso di tale periodo le basi legali dell’internamento amministrativo suscitarono critiche sempre più aspre in tutta la Svizzera, tanto che alcuni Cantoni abrogarono le loro corrispondenti leggi. Nel 1981 la privazione della libertà a scopo di assistenza fu introdotta nel Codice civile svizzero, e quindi a livello federale, unificando così a livello nazionale i diversi dispositivi cantonali in materia d’internamento. Questa codificazione portò a un conflitto di competenze tra il Cantone di Lucerna e la Confederazione. In simili casi si applica tuttavia il principio della priorità del diritto federale su quello cantonale, che rese nuovamente caduca la legge di Lucerna. Questo passo del 1981 verso un disciplinamento nazionale si era delineato già molto tempo prima, non da ultimo a seguito di pressioni internazionali. Ciononostante, il Cantone di Lucerna, nella convinzione della necessità di rivedere la legge a livello cantonale, portò a termine questo progetto dopo svariati anni di duro lavoro.

Si pone quindi la domanda perché il Cantone di Lucerna, nonostante il nuovo disciplinamento su scala nazionale, abbia tuttavia insistito nel rivedere il suo dispositivo d’internamento. Per rispondervi, occorre integrare l’analisi della fonte con le condizioni sociali prevalenti e gli eventuali cambiamenti sopraggiunti negli Anni ’50 e ’60.

 

N. Dissler/Traduzione

 

Fonte

Krummenacher, Albert: mozione sulla revisione della legge sulla creazione di un istituto per lavori forzati del 1885 sottoposta al Consiglio di Stato del Cantone di Lucerna il 12 aprile 1954.
Segnatura: Staatsarchiv des Kantons Luzern (StaLU): A 706/334.